è la
storia di due ragazze della stessa cittadina che, per i primi 20 anni della
loro vita, hanno abitato a un solo isolato di distanza ma l’una agli occhi
dell’altra rappresentava una perfetta sconosciuta. È la storia di due ragazze
che, da un giorno all’altro, si
ritrovarono a condividere lo stesso tetto in città, davanti all’incredulità
del proprietario di casa che, con la tipica diffidenza di una
persona chiusa, ha sempre creduto che si conoscessero di già …
Due ragazze totalmente diverse, lontane da casa per motivi diversi, una per studiare e l’altra per
lavorare.. ma che erano attratte, quasi affascinate dai loro mondi che
sembravano così strani … la loro timida
ma intensa conoscenza è iniziata in punta di piedi, con Cocò seduta di
spalle sulle scale che portavano alla stanza di Mimì, a chiacchierare ore ed
ore sino a notte fonda … grasse risate, pianti di gioia e di disperazione hanno
fatto da colonna sonora ai tanti anni vissuti insieme fatti di complicità ed un
pizzico di follia … di cose ne sono accadute davvero tante, quelle due ragazze
divenute donne ora sono mogli, madri, abitano nella stessa cittadina in cui
sono cresciute, distanziate sempre dallo stesso isolato di un tempo ma ora
parlare di distanza non conta più … e non conta più neanche parlare di quelle
ragazze così tanto diverse perché poi così
tanto diverse in realtà non lo sono state mai: i loro animi inquieti sempre
alla ricerca di quella felicità di cui sentivano solo un lontano profumo ma con i cui
non si sentivano inebriate, di quell’affetto di cui sentivano solo un flebile
calore ma con cui non si sentivano ardere, quella generosità nel darsi e nel
dare perché non avevano mai contato poi così tanto ma volevano ritagliarsi un
posticino in cui qualcuno le potesse notare ed apprezzare …
E pensare che questa corsa a perdifiato intorno
alla vita, ci ha fatto girare la testa, perdere l’equilibrio e anche cadere ed
alla fine ci ha riportato a quel punto
di partenza che già conoscevamo ma non avevamo mai capito, mai visto, mai
sentito … perché quelle dosi massicce di anestesia non ci facevano sentire
il dolore ma non ci facevano vedere la strada da seguire … e d’un tratto è come
passare una spugna su un vetro appannato ed anzi è come aprire quella finestra
per vedere, sentire, assaporare…
Quel punto di partenza erano le nostre notti
bianche, notti in cui si sceglieva di non dormire perché era più forte la
voglia di sperimentare ricette nuove oppure dare libero sfogo ai nostri
attacchi d’arte nel realizzare e reinventare oggetti … a distanza di tanti e
tanti anni si ricomincia da qui sempre
che una fine ci sia mai stata!
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